sabato 21 maggio 2011

Riparare cavo di alimentazione notebook

Nel caso in cui uno sia solito portarsi appresso il notebook ed alimentarlo ricorrendo alla rete fissa, dopo qualche anno il cavo di alimentazione si guasterà. Non ci si scappa, ho visto accadere la stessa cosa a cavi di alimentazione di diversi notebook di diverse marche appartenenti a diverse persone ed in fine è capitato anche al mio.
Accade sempre la stessa cosa, la corrente arriva correttamente al trasformatore (il bussolotto grosso che scalda) ma da lì non riesce a raggiungere il notebook o lo fa solo se muovendo il cavo che ne esce in direzione del laptop si riesce a fargli fare contatto.

Perchè accade ciò? Il guasto dipende dal fatto che a furia di arrotolare il cavo attorno all'alimentatore, i fili di rame che lo compongono (nel mio caso il cavo '+' è centrale mentre e i fili del polo '-' lo avvolgono; Fig.1 e 2) si tranciano a livello del punto critico evidenziato in Fig. 3.

A questo punto le opzioni sono:
- acquistare un nuovo cavo di alimentazione (con costi che possono anche raggiungere i 50€)
- eseguire una riparazione fai da te.

Eseguire la riparazione non è difficile, bisogna solamente avere un po' di dimestichezza con la saldatura a stagno; dissaldare i vecchi moncherini dal trasformatore e al loro posto saldare il polo '+' e '-' attaccati al cavo che va al portatile.

Inizialmente vedere dei fili che avvolgono un cavo mi ha fatto pensare a qualcosa di complesso da gestire ma una volta scassinato l'involucro di plastica del trasformatore ho visto che la 'guaina' di fili esterni altro non era che il polo '-', quindi ho proceduto alla riparazione.
Le due metà che compongono l'involucro di plastica del trasformatore sono saldamente incollate o saldate tra loro. Ho usato una forbice da potatura per 'sgusciarlo'.

In Fig. 4 e 5 il mio trasformatore 'rimesso a nuovo' e grazie al quale posso ora tenere nuovamente acceso il notebook da cui sto scrivendo questo 'articolo'.


DISCLAIMER
Ovviamente prendete sempre tutte le precauzioni del caso quando state lavorando su materiale elettrico. Non intendo assumermi nessuna responsabilità per eventuali danni a cose o persone derivanti dalla modifica sopra descritta che potreste effettuare ad uno dei vostri dispositivi. Se decidete di manomettere e modificare il vostro dispositivo di alimentazione elettrica lo state facendo a vostro rischio e pericolo, inoltre tale intervento può invalidare una eventuale garanzia residua.

domenica 20 giugno 2010

Sistemiamo il 'monitor' del cell.


I Telefoni cellulari stanno spesso nella tasca dei pantaloni assieme ad altri oggetti (nel peggiore dei casi le chiavi di casa o dell'auto) e raramente l'uomo comune tiene il telefono in una di quelle bustine che lo proteggono dagli sfregamenti, ne consegue che spesso dopo qualche mese il pezzettino di plastica trasparente a protezione del monitor lcd del telefono mostrerà segni d'usura che possono redere difficile la lettura dello schermo sottostante o che semplicemente turbano il nostro senso estetico (soprattutto con i telefoni più moderni che sembrano avere una sorta di pellicolina a protezione del 'vetrino' di protezione).

La soluzione più ovvia al problema sopracitato è quella di acquistare un sostituto della cover invecchiata o del 'vetrino' da inserire nella cover in sostituzione di quello vecchio (si trovano anche a cifre modeste); una opzione alternativa, ancora più economica, consiste nel rilucidare la superficie del 'vetrino'.

Per procedere con la lucidatura del vetrino servono 4 cose:
- carta abrasiva a grana 1000
- nastro isolante da elettricista .
- Sidol
- una pezzetta di cotone per stendere il Sidol
  • Iniziare delimitando l'area di lavoro con il nastro da elettricista evitando così di carteggiare dove non si vuol farlo.
  • Una volta protetto il telefono iniziate a carteggiare con moto circolare cercando di lavorare nel modo più uniforme possibile su tutta la superficie del 'vetrino'. Non abbiate paura di rovinarlo, cambiate spesso il pezzetto di carta abrasiva con cui state lavorando poichè perde facilmente la sua già limitata 'aggressività' itasandosi con la plastica asportata. (ve ne servirà circa 1\4-1\2 foglio per completare il lavoro.

  • Una volta che avrete carteggiato uniformemente il 'vetrino' e avrete asportando oltre a quella strana pellicolina anche tutti i graffi, siete quasi pronti a lavorare di Sidol.
  • Con la pezzetta di cotone spolverate il 'vetrino'
  • Depositate sul vetrino 4-5 goccie di sidol e iniziate a spalmarlo su tutto il vetrino usando la pezzetta di cotone, continuate fino a che non si asciuga, poi aggiungetene altro. Procedete con piccoli moti circolari trattando uniformemente la superficie del vetrino.
  • Usando un punto pulito della pezzetta di cotone pulite delicatamente il 'vetrino' dal Sidol ed ammirate il risultato finito.

Se siete stati più bravi di me allora avrete ottenuto un risultato ottimale anche lungo i bordi, dove bisogna lavorare con più impegno poichè non ci si passa spesso con il dito mentre si carteggia.

N.B.: il metodo che ho appena terminato di mostrare non lo applicherei agli schermi touch-screen, inoltre non intendo assumermi nessuna responsabilità riguardo i risultati che potete ottenere sul vostro telefono; agite a vostro rischio e pericolo.

domenica 9 maggio 2010

Manicature: colla e/o ribattini

E' mia personale opinione che in fase di fissaggio delle guancette al tang di un coltello, qualora si intenda utilizzare anche ribatini, la colla abbia più una funzione di 'tappafessure' stabilizzante che non una reale azione adesiva.

Ho smontato il manico di un coltello che mi s'è schiantato per togliermi la curiosità di vedere in che modo s'erano deformati i ribattini all'interno delle guancette in legno stagionato (ma non stabilizzato).
  Mi sono apparsi in questo stato, la deformazione pare abbondante e con una bella foma ad 'imbuto' che lascia ben sperare sulla loro capacità di trattenere le guancette dall'andarsene a spasso.
La colla s'è staccata molto facilmente dal tang, sarà che presentava una finitura un eccessivamente 'curata' fatto stà che l'epossidica Pattex bicomponente non ha fatto gran presa sul metallo; s'è comportata meglio nel legno-legno, ma anche quì non è stato molto difficile separare i due pezzi. Tanto per la cronaca il tang era stato sgrassato con diluente nitro prima di procedere all'incollaggio, quindi la scarsa adesione della colla al metallo non può dipendere dalla scarsa pulizia del metallo stesso.

La prossima volta darò maggiore importanza ai ribattini e meno alla colla trattandola come una semplice base atta ad eliminare eventuali difetti della faccia delle guancette contro il tang ed evitare infiltrazioni di sporcizie varie tra guancetta e metallo.

Update:

M'è stato consigliato di usare la colla bicomponente uhu plus (non quella da 5 minuti), pare sia veramente tenace
.